CATANIA – E’ un clima anomalo quello che in queste settimane si sta registrando sulla Sicilia, una siccità del genere non si verificava dal 2002. “Dal punto di vista della temperature l’anomalia climatica non è estrema,

non si può dire lo stesso invece delle piogge, in questo caso la situazione è quasi drammatica anche se dalle Istituzioni non è stato ancora diramato un’allarme ufficiale”. A parlare è Luigi Pasotti responsabile unità operativa di climatologia dell’osservatorio delle acque.

Qualche dato. “Ci sono zone della provincia di Catania nelle quali son caduti meno di 300ml di pioggia nel 2017, considerando che la media è sui 550ml, siamo a meno 40%. In gran parte della Sicilia la riduzione è stata del -20% / -30%”. Una situazione critica quindi, “se nelle prossime settimane non ci saranno precipitazioni significative – prosegue Pasotti – il problema sarà più evidente in estate”.

L’impatto più rilevante è sul sistema degli invasi che sono fondamentali sia perl’uso idropotabile che per l’agricoltura. “La situazione più critica per l’agricoltura etnea riguarda due invasi strategici ovvero la diga di Aidone e il lago di Pozzillo, vicino Regalbuto, questi invasi sono ai minimi storici, se non avremo piogge di una certa consistenza che riporteranno acqua, l’irrigazione della Piana di Catania sarà davvero complicata nei prossimi mesi”.

E la neve?

“Sull’Etna non sta nevicando, la neve che si accumula in inverno è molto importate soprattutto per i bacini fluviali del Simeto e dell’Alcantara, quindi a seguito delle ridotte nevicate temiamo che anche sulle portate di questi fiumi – fondamentali per l’irrigazione – non possa esserci disponibilità”.

Cosa si può fare?

“In Sicilia il problema della siccità non è nuovo. La più grave si registrò tra il 1989 e il 1990, l’ultima nel 2002. Purtroppo il sistema è impreparato, la consapevolezza di un problema costante dovrebbe invece farci trovare preparati e invece non è così”.

Ognuno di noi può dare il proprio contributo evitando gli sprechi, gestendo al meglio le risorse? 

“In molti Paesi civili ci sono in campo tante iniziative volte alla tutela dell’acqua a partire dalla riduzione delle perdite, bisognerebbe ammodernare le reti di distribuzione – conclude Pasotti – ognuno deve fare la propria parte”.

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